La Chiesa di S. Antonio, danneggiata irreparabilmente dal sisma del 1980, risaliva alla fine del '600 - inizio
del '700. Era situata sulla omonima piazzetta.
La facciata, semplice e senza motivi artistici, aveva un portale in pietra massiccia.
L'interno, a navata unica e a pianta rettangolare, terminava originariamente con una abside quasi circolare.
A destra dell'unico altare c'era una nicchia, in marmo, dove troneggiava la statua di
S. Antonio,
realizzata dallo scultore Giuseppe Sarno nel 1786. Nel 1937, per interessamento dell'arciprete don Giuseppe Carsillo
e del priore della Confraternita della SS. Annunziata, Giuseppe Caputo, si ottenne il permesso dal vescovo di
Avellino, Mons. Francesco Petronelli, e dalla Santa Sede, di vendere parte dei beni votivi allo scopo di ampliare
la chiesa. Il ricavato permise di prolungare l'edificio di alcuni metri, utilizzando il terreno retrostante.
Sul lato destro era collocato il tronetto dei priori, mentre sul lato sinistro vi erano le panche riservate ai fedeli
e l'accesso alla sacrestia. Al centro era sistemato un altare di marmo su cui vi era un trono, anch'esso di
marmo, realizzato nell'Anno Mariano 1954 in onore della Madonna Annunziata.
Attualmente � prevista la ricostruzione della chiesa.
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Cappella di S. Antonio posta dove sorgeva l'ingresso della chiesa |
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Ruderi della chiesa |
Su una lapide sepolcrale incastonata nel piano di calpest�o, � riportata la seguente scritta in latino:
CONFRATRES VENIUNT RECTO PEDE PERGE VIATOR
- I confratelli vengono, o viandante avanza con piede retto (con buona condotta) -
Bibliografia di riferimento:
- "Villamaina, aspetti storico-culturali" di Gino Ricciardi -