Da Paternopoli risaliamo il
Fredane e giungiamo in quel di Villamaina. Si segue il letto del fiume sconnesso e
altalenante, come le nostre stradine di campagna.
Poco distante da esso troviamo i resti di un ponte romano. E' li da migliaia di anni a combattere con
l'impetuosa corrente del tempo. Dopo un quarto d'ora di cammino, a sud della Contrada denominata “
Sotto le Coste”,
giungiamo ad ammirare un'antica fontana, detta degli Scalfino, dal nome di un'antica famiglia di Villamaina
che possedette quel fondo. L'acqua freschissima sgorga in una piccola grotta.
Proseguiamo per 500 metri allontanandoci dal fiume e abbiamo la possibilit� di vedere da vicino i resti ed i
vecchi ingranaggi di una cava dei primi del secolo scorso.
La storia trapassata e quella recente s'intrecciano trasportate insieme dalla corrente del piccolo fiume dal
nome sannita: il Fredane.
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Fontana "degli Scalfino" |
Ora comincia
la via dei mulini. Ne contiamo ben 5 da Villamaina fino alle Terme, seguendo, nel corso
dell'intera giornata, le varie diramazioni del fiume.
I pi� interessanti ci paiono quello in c/da
Isca e quello che troneggia lo spettacolare panorama
delle “
Conche”. Pi� a nord, in un fondo coltivato, la nostra guida ci mostra in
superficie resti di terracotte romane che, come il ponte di qualche ora prima, tradiscono la presenza di un
sito archeologico ancora da portare alla luce.
Un altro mulino, ormai inghiottito dal fogliame, costeggia la nazionale che conduce a Torella dei Lombardi.
Tra le varie teorie sul nome di Villamaina � stata avanzata la suggestiva ipotesi che esso derivi proprio dai
mulini, un tempo chiamati
machinae (da cui l'attuale macina).
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Il mulino in c/da Isca |
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Il mulino delle "Conche" |
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Particolare |
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Particolare |
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ALTRE FOTO DEI MULINI
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Il nostro viaggio lungo il Fredane prosegue, a questo punto, verso le
Antiche Terme di San Teodoro.
Fatte costruire nel 1727 per volont� della spagnola Donna Maddalena Moles, moglie del Marchese di Villamaina
Tommaso Caracciolo, si presentano oggi al turista con lo sfarzo di una struttura nuovissima ed iperattrezzata.
Lo storico locale
Paolino Macchia, gi� nel 1837, aveva
investigato i poteri curativi ed il benessere che derivano da una vacanza termale.
Se qualcuno volesse occuparsi di studiare la storia del turismo irpino, non potrebbe trascurare questi antichi
itinerari e la splendida descrizione di quelle pionieristiche vacanze termali, che i benestanti dell'epoca si
concedevano:
“
Sul declinare delle calorose giornate la numerosa comitiva dei bagnanti,
divisa in liete brigate, si conduce al passeggio dell'amena strada delle Serre, dove si gode della vista di pi�
ampio e boscoso orizzonte, e sembrano sublimarsi le forze della vita per l'aria pi� pura ed ossigenata che si
respira. Uscito da un'adusta valle ove giacciono le terme, su que' colli si ammirano le bellezze della natura
che, facendo nascere la vita dal seno della morte,
si presenta sempre bella e giovane in mezzo alle sue
creazioni”.
Dalle Terme un'altra stradina conduce in localit� Felitto, dove tra castagni secolari andiamo a godere quella
che ci viene presentata come la pi� bella vista panoramica del piccolo paesino.
Il caratteristico odore delle Mefite comincia a pizzicarci le narici. Siamo ai piedi della valle d'Ansanto,
decantata in versi immortali da alcuni tra i pi� celebri autori dell'antichit�.
Scambiamo due chiacchiere con un paio di cacciatori che rientrano sulla rotabile, come noi, dopo un intero
pomeriggio di cammino. Facciamo giusto in tempo a goderci uno splendido tramonto, intenso come di rado capita
di vederne. Per noi villamainesi il sole ogni sera “si riposa” dietro la montagna di Chiusano, che
ci pare maestosa guardata da qui, in quest'evanescente bagliore di mistero e in quest'inebriante profumo di
storia che confonde un po' la prospettiva tradizionale delle cose e della storia.
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Panorama di Villamaina da localit� Felitto |
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Tramonto da localit� Felitto |